Ieri sera mi ha scritto un’amica che non sentivo da tempo. Si chiama Elena, ha qualche anno più di me, è single e ha un bimbo bellissimo di tre anni. Mi ha detto che il pupo se ne va una settimana in vacanza con il papà e dunque lei si ritrova – all’improvviso – libera e stressata perché non sa che cazzo fare (cito testualmente). Mi ha detto che vorrebbe partire in compagnia, ma conosce solo coppie o mamme con bambini. Mi ha detto che non sa che tipo di vacanza voglia fare, e che teme di scartavetrarsi le ovaie ovunque, da sola.
È stato allora che ho pensato di dover scrivere questo post, perché anche io, come Elena, per anni, ho dovuto far fronte al tipico Horror Vacui Single. Il disdicevole fenomeno si manifestava in alcuni specifici periodi dell’anno e portava con sé una dose discreta di imbarazzo sociale. In altri termini, a parte le classiche, odiose domande che costellavano la mia quotidianità, variamente comprese tra “Ma non c’è proprio nessuno-nessuno che ti piaccia?” e “Quando pensi di trovare un bravo ragazzo come hanno fatto le tue amiche?“, ce ne erano altre apparentemente innocue, ma sostanzialmente subdole.
“Cos’hai fatto nel weekend?“, per esempio, era una domanda che poteva facilmente mettermi in difficoltà. Di solito al weekend uscivo. Il venerdì andavo spesso a bere con alcuni amici single, e il sabato c’era la pizza con il gruppo terrons. La domenica, a ora di pranzo, andavo in palestra e nel resto del tempo mi dedicavo alla casa, o cazzeggiavo. A volte, fissavo un date a orario d’aperitivo. Detto ciò, però, capitavano anche lunghi weekend di singletudine e solitudine, nei quali gli amici partivano, o erano ammalati, o avevano appuntamenti galanti, in ogni caso non c’erano. Oppure weekend in cui avevo un umore talmente macabro che non reputavo opportuno manifestarmi nella società. Insomma, spesso avrei dovuto semplicemente rispondere “Ho fatto binge-watching di Dynasty su Netflix, ingozzandomi di patatine Più Gusto al Lime e Pepe Rosa“. Capite, non era premiante.
Una domanda altrettanto scomoda era “Cosa fai a Capodanno?“. Che cazzo ne so cosa faccio a Capodanno. Mi imbucherò a una festa piena di sconosciuti, alla quale berrò come se non ci fosse un domani, nella speranza che prima o poi la playlist mi regali “Maledetta Primavera” di Loretta Goggi. Proverò a non pensare che sono ancora single, a mezzanotte non bacerò nessuno e no, non avrò neppure un frettoloso rapporto sessuale di natura scaramantica per assicurarmi un anno di scorribande erotiche.
Naturalmente, la più insidiosa di queste domande era: “Che programmi hai per l’estate?“. Le ferie estive rappresentavano per me l’apogeo dello sbattimento, il punto di non ritorno dell’Horror Vacui Single. Tornare a casa, in Puglia o in Abruzzo, è sempre stata una valida alternativa. Al terzo, quarto o quinto anno consecutivo, però, avevo iniziato a sentire il bisogno di altro. Volevo viaggiare, anche. Volevo vedere posti nuovi, anche. Le ferie estive non erano facili come un weekend, che tutto sommato arrivava in fretta il lunedì e potevo tirare un sospiro di sollievo. L’estate era un’altra storia. Cosa avrei potuto fare?
Sarei dovuta partire da sola alla scoperta dei templi Maya in Messico? Sarei dovuta andare con lo zaino in spalla a scarpinare tra gli insetti della giungla vietnamita, insieme ad altre single, unite nella speranza di conoscere nuovi esemplari di scapoli purosangue? Oppure sarei dovuta andare in un bel villaggio turistico per single? Oppure una bella, squallidissima, crociera per single? Oppure dovevo farmi adottare da qualche coppia di amici, e andare in vacanza con loro come fossi la nipote teen-ager che si portavano appresso? Oppure ancora, avrei dovuto implorare i miei amici gay di includermi nella loro annuale spedizione punitiva a Mykonos? Mi era chiaro che ci fosse un buco di mercato, una domanda senza offerta, una mancanza di intrattenimento vacanziero per i single che non avesse l’aria di un’impresa per casi umani. Insomma, Elena non avrebbe potuto rivolgersi a consulente più appropriata. Era un tema che avevo sviscerato talmente tanto, da avere persino buoni consigli da dare:
- “Ibiza” è stata la prima cosa che le ho detto. Ibiza è sempre una buona idea, altro che Parigi. Certo, Ibiza da sola ci vuole coraggio, ma dipende da come la pensi. Se devi fare lo schiuma party all’Amnesia da sola, capisco non sia il massimo. Ma lo schiuma party non è il massimo in nessun caso, a meno che tu non abbia 19 anni. Se, invece, ti concentri sulle calette che ci sono al nord, sulle spiagge dove puoi prendere il sole in topless perché il senso di libertà è tale che persino una terrona pudica come me l’ha fatto; se pensi alle passeggiate per Ibiza Town al mattino, quando tutti dormono e i colori del Flower Power dominano sulle stradine bianche inondate dalla luce del Mediterraneo; se pensi alla cena coi piedi nella sabbia, davanti al sole che tramonta, mentre mangi una paella bevendo un bicchiere di vino bianco, capisci che è un paradiso. Una meraviglia della quale puoi benissimo godere da sola, in compagnia di un buon numero di ottimi libri. Senza contare che è facile tu possa conoscere gente e far baldoria, qualora ti vada di farlo. È pur sempre Ibiza, cazzo. E se decidi di andare a ballare, puta caso, hai le discoteche più fighe d’Europa per farlo.
2. Io non ho mai avuto il coraggio di partire con un gruppo di sconosciuti, perché sono figlia unica e ho una capacità di adattamento vergognosamente scarsa. Chiunque sia migliore di me, però, può trovare facilmente tour operator che organizzino viaggi per giovani gruppi (non intendo liceali, dico 30-40enni, insomma non le escursioni per i 70enne crucchi coi sandali coi calzini). In questo modo, non dovrete andare sulla Cordigliera Andina da sole, per dire, che mi sembra un dato interessante per chi è non è particolarmente Braveheart.
3. La città. Se c’è un posto nel quale un single può sentirsi a proprio agio, sono le grandi città. Le metropoli sono il regno incontrastato degli individui, degli sconosciuti, dell’anonimato urbano all’ombra del quale sappiamo vivere mediamente bene. Difficile annoiarsi in città come Berlino, Parigi, Londra, Barcellona, Madrid, Amsterdam, Copenaghen. Le città pullulano di stimoli che ci sono familiari, che possiamo finalmente assecondare liberamente secondo i nostri gusti. Musei, mostre, concerti, mercati, negozi, festival cinematografici/letterari/musicali/gastronomici/enologici, sono solo alcuni dei pretesti per i quali potete decidere di partire alla scoperta di una capitale. Certo, dovete considerare che è estate e d’estate in certi posti si schiatta di caldo, e in molte città non c’è il mare. Tuttavia, straordinariamente, ho scoperto che il mare non è esigenza universale e trasversale per tutti gli esseri umani. Dunque, in questi casi, visitare una città con calma, viverla non solo come turista del weekend, è una valida possibilità da prendere in considerazione.
4. Al contrario, se avete bisogno del mare e non vi accollate il rischio di partire per una vacanza balneare da soli, ci sono sempre gli amici o i parenti terrons da tenere in considerazione. Coloro che non hanno la fortuna di venire da una città di mare, dovrebbero avere la furbizia di coltivare rapporti d’amicizia con i giargiana. Il giargiana è quasi sempre accogliente e ospitale, se gli parlate del vostro disagio vacanziero sarà probabilmente incline a invitarvi (il giargiana a Milano vive in topaie di 30 metri quadri, ma ha quasi sempre sontuose ville al mare, appartamenti con camere per gli ospiti; doppie e triple dimore, con depandance). Se non volete essere di disturbo, potete prenotare una camera nelle vicinanze dell’amico giargiana e comunque trascorrere giornate in compagnia, visitando luoghi come la Puglia, la Sardegna, la Sicilia, la Calabria, la Campania, con veri terroni autoctoni, che vi faranno assaggiare prelibatezze assortite e vi condurranno nelle spiagge più belle. Una piccola nota: è bene “disobbligarsi”. Non si arriva a casa del giargiana a mani vuote: portate con voi dei prodotti tipici della vostra zona, o un pensiero per chi vi ospita. In alternativa, o in aggiunta, durante il soggiorno invitate a cena fuori la famiglia giargiana e pagate il conto. Non preoccupatevi, se è una tavolata di 10 persone. Spenderete quanto una cena in due a Milano.
5. L’ultimo e più saggio consiglio, me lo diede una mia cara amica, qualche anno fa. Quando le parlavo del mio dissidio interiore vacanziero, lei mi disse: approfitta delle ferie per fare un corso di qualcosa che ti piaccia. BAM! Genio. GENIO ASSOLUTO. Come avevo potuto non pensarci prima? Quale che sia la tua passione, esiste certamente qualcuno che organizza qualcosa a tema, per l’estate, a cui puoi partecipare. Una mia amica ha la passione per la fotografia e viaggia con un gruppo di fotografi, per fare fotografie. Una mia amica, ha fatto un corso di sceneggiatura durante le vacanze, in un hotel con piscina, vicino al mare, nel quale al mattino facevano lezione e il resto del tempo erano liberi di cuocersi al sole. Un’altra mia amica ancora, va una settimana in Toscana a fare yoga. Immersioni, trekking, pittura, teatro, beach volley, golf, vela, bici, quale che sia la vostra passione, potete andare in vacanza con persone nuove che la condividano. E se non avete passioni di alcun genere, come fate a vivere?
Sulla scia di questa brillante idea, dopo aver parlato con la mia amica, nel 2015 contattai ESL – Soggiorni Linguistici. Ero intenzionata a fare un corso di lingua a Malta durante le ferie (mi pareva una buona opzione, Malta, perché aveva il mare). In generale, mi sembrava una figata, un ottimo modo per spolverare il mio inglese, ma anche per conoscere persone da tutto il mondo in un contesto familiare come un’aula scolastica. Certo, temevo fosse un’esperienza troppo young per me, un po’ come lo schiuma party a Ibiza. Voglio dire: non avevo più 19 anni. Esistevano corsi per persone della mia età? Sì, esistevano. Esistono. Nel 2015 non partii più, per una serie di ragioni troppo complesse e faticose da spiegare in questa sede, però la voglia di sperimentare una vacanza di questo tipo mi è rimasta. Lo faccio quest’anno.
Parto a fine mese. Vado a New York, per due settimane, a fare un corso d’inglese 30+ (magari sarò la più giovane della classe). Sono elettrizzata e spaventata. Divertita e disorganizzata. Confesso un filo d’apprensione, perché devo ancora preparare tutto: la valigia, le medicine, il beauty case. Dovrò parlare con persone nuove, e dovrò farlo in una lingua che senza sottotitoli spesso non comprendo. Dovrò provare a tornare in Italia senza mettere su 5 kg da junk food. Dovrò sopravvivere al caldo opprimente del cemento. Ma so che sarà una figata. Ve la racconterò in tempo reale, sui social (vi avviso: su Instagram non mi conterrò, diventerò l’incubo più ricorrente sulla vostra timeline) e al ritorno, invece, mi piacerebbe propinarvi un bel video-reportage ma non prometto niente! Insomma, come dovrei dire se fossi una blogger seria: stay tuned!
Grazie Vagi! Che bella idea che mi hai dato… tornata single da meno di un mese (e non per mia scelta), circondata da tutte amiche accoppiate, questa mi sembra una bellissima soluzione!
Il 5 in vacanza ma anche in città più due amici di vecchia data che di lavoro fanno gli skipper sulle loro barche a vela.
Sopravvivo a qualunque domanda facendo pure rosicare un po’ chi me le fa.
Le due settimane a NY a parlare solo inglese invece te le invidio io. Un’idea per l’inverno che ci voglio tornare durante la regular season NBA/NHL.
Vagi, io ho il problema opposto. Adoro viaggiare in solitaria (diciamo che ormai fatico a viaggiare con chiunque) e questo mal si sposa con eventuali fidanzati. Sarà per questo che torno periodicamente ed inevitabilmente single? Io, con zaino in spalla a scarpinare tra gli insetti della giungla vietnamita, ci vado. Per dire.
Bellissima l’idea del corso a New York, vedrai che sarà una grande esperienza. Sui 5 kg in più però, fossi in te, mi rassegnerei.
Vai cara, divertiti e goditela!
Mi stai simpatica, dopo ti rileggo a casa con calma, ma secondo te é un rischio fare una vacanza con altri single? Negli states tranquilla non ti seguo , mi attira di piú la scozia dove mi dicono ci sia la più alta concentrazione di rosse, e non parlo di birre, del pianeta. Lasciamo perdere quelle organizzate da singlemilano che sono una rapina, c’è qualcosa tra agriturismi senza scomodare i giargia , a cui peraltro do poca confidenza? Sono arrivato purtroppo in quella fase della vita in cui i genitori hanno problemi di salute e come single figlio unico mi sa che le ferie me le posso scordare per un pezzo, però non sarebbe male trovare una socia single tranquilla con cui fare qualche viaggio, con la ex no grazie ho già dato, deve sempre vedere cosa c’è dietro l’angolo e ogni passeggiata con lei diventa una marcia forzata.
Anch’io single per scelta altrui.
Salutami la tua sorellina che sono sicuro sarà simpatica come te.
Ciao, ti seguo da molto tempo.Sei un donna intelligente e dinamica ma non mi piace l’uso del termine terrone. NOI meridionali dovremmo avere piu’ orgoglio e non utilizzare questo termine razzista creato dai boriosi italiani del nord per ghettizzarci e sminuirci.
Se avessi trovato un articolo come questo quando ero single avrei risolto molti dei miei problemi 🙂
Vagi NY è sempre la risposta!!!!!! io ci vado a fine agosto quindi se hai dritte imperdibili su posti coollissimi che sicuramente frequenterai segnala segnala segnala….haveanicetrip : )
Premetto che sono una ch ama viaggiare sola.
Come consiglio da ex single con lo stesso “horror vacui” propongo le vacanze itineranti. Del tipo: il cammino di Santiago❤️. Farlo sola è stata un’esperienza meravigliosa, ho avuto incontri bellissimi e solitudini altrettanto belle. Consigliatissimo!
E poi tre anni fa sono stata tutto agosto a Ibiza, vivendo in un campeggio stupendo evendendo vestiti in spiaggia. Ho conosciuto persone stupende, mi sono fatta la mia “famiglietta” al campeggio e pure lalve story dell’estate, che volete di più?
E anzi: ora che sono fidanzata da tre anni a volte rimpiango e ho nostalgia di tutta la libertà che ti dá l’essere single e nn dover rendere conto a nessuno. La magia e le “stellette” della vita, gli incontri, i ricordi forse più indimenticabili, finora, li ho vissuti di più viaggiando sola ch nn accompagnata.
Al cammino di Santiago preferisco l’horror vacui che per altro mi prende ogni weekend visto che per le donne italiane sono entrato nell’età rottamabile. C’è chi da single si sente libero c’è invece chi si sente solo. Certo piuttosto che una tritamaroni la solitudine disturba meno.
La rottamabilità non dipende dall’età.
Vai a New York e parli di “contro”? Se vuoi ci vado io eh 😉 😀 come direbbe qualcuno…#enjoy
“… luoghi come la Puglia, la Sardegna, la Sicilia, la Calabria, la Campania, con veri terroni autoctoni…” no scusa fammi capire ma la Basilicata ti fa davvero tanto schifo? Anche li ci sono terroni autoctoni, giuro!! E anche li si mangiano prelibatezze, poi sai c’è anche il mare! Ben due mari diversi la bagnano! Senza contare Matera città della cultura 2019… dai gente, non esiste solo la Puglia e la Sicilia!
Avventure del Mondo. Si viaggia meglio da single che in Coppia. Sono viaggi destrutturati. Io la prima sera ho dovuto dormire con uno sconosciuto perchè i single donne erano dispari. Siamo sposati da 31 anni.
Sono a quota quattro con Avventure, Iran, India, Marocco e Azzorre.
Se sei da solo e hai voglia di adattarti non è la migliore soluzione ma è comunque ottima.
I miei gruppi sono stati quasi sempre a forte maggioranza femminile ma non ho mai combinato niente: un po’ perchè sfigato sono tutto l’anno e di certo non è il fatto di stare all’estero a rendermi più interessante e un po’ perché da un viaggio chiedo altre cose, diverse dall’amore o da un’avventura.
Forse proprio grazie a questo ho conosciuto e fatto amicizia con tante persone interessanti e di ogni viaggio ho poi rivisto almeno una persona quando mi trovavo dalle sue parti o qualcuno si trovava dalle mie o per dei raduni.
Bella! Da viaggiatrice in solitaria per necessità ti dico che fai bene, io mi ero informata ma non ho trovato date compatibili con le mie ferie. Attendiamo news
Da anni, d’Estate, prendo la moto e macino kilometri. Cosa che ho fatto anche con le mie ex ma che, inevitabilmente, mi comportava dei problemi di organizzazione (quante scarpe porto? Un paio, quante ne vuoi portare, non c’è spazio in moto!), ma la vacanza itinerante su 2 ruote ha sempre il suo perché: vedi posti diversi, fai il pieno d’ambiente che ti circonda, desti discreta curiosità verso chi ti circonda. Capisco che il problema possa essere avere la patente A e e la moto. Ho provato anche le biciclettate. Per quelle serve solo una bicicletta, un portapacchi posteriore, 2 borse da viaggio per bici. Certo, bisogna faticare un po’ però volete mettere che chiappe sode vi portate a casa?
Io questa cosa l’avevo fatta andandomene a Londra da sola per 3 settimane quando avevo 21 anni, si è vero che ero moooolto più giovane (abbiamo la stessa età) ma ero single, figlia unica pure io e vecchia dentro, è stata una delle cose migliori che potessi fare.
Magari l’anno prossimo replico e me ne vado a NY pure io 😀
DO IT!
Sto preparando un post di racconto su New York, naturalmente con la mia proverbiale lentezza.
Così, tanto per. Da single, se si è dotati di sorelle/fratelli single a loro volta, la vacanza insieme è una figata e quasi d’obbligo.