“Stronza come te”

So che mia madre mi avrebbe voluta diversa.

Mi avrebbe voluta più ordinata, più pulita, più “azzimmata”, come dice lei.

Avrebbe voluto che imparassi a piegare bene i vestiti e a riporli nell’armadio. A rifare il letto tutte le mattine. Ad avere cura di me stessa.

Avrebbe voluto che fossi più umile e più disposta a seguire i consigli. Specialmente i suoi.

Mi avrebbe preferita meno turbolenta, meno pessimista, meno spigolosa, meno feroce. Praticamente di un altro segno zodiacale (nda: sono scorpione).

Mia madre avrebbe voluto che la notte non guidassi in giro per la città da sola. Avrebbe voluto che non rientrassi a orari così inappropriati per una ragazza di buona famiglia. Avrebbe voluto che non mi vestissi in modo insensatamente provocante (ma neppure con quei jeans sdruciti di merda, che tiravano su la sporcizia di tutta la città).  E, forse, il primo gennaio di qualche anno fa, avrebbe preferito non farmi una puntura di Plasil per farmi smettere di vomitare la sbronza della sera prima.

Mia madre avrebbe voluto che non andassi mai con gli uomini delle altre. Avrebbe voluto che mi innamorassi dei bravi ragazzi. Che fossi come alcune delle mie amiche. Quella che si è sposata e ha fatto un bambino. Quella che si è sposata e ha fatto carriera in una multinazionale.

Mi avrebbe preferita meno arrogante, più collaborativa, più attenta alle esigenze degli altri, oltre che alle mie. Mi avrebbe voluta meno ambiziosa, meno esibizionista e meno narcisista. Mi avrebbe voluta più forte nella sostanza, oltre che nell’apparenza.

Mia madre avrebbe preferito una figlia più sana, più normale, più tranquilla. Una che la sera s’addormenta presto, e la mattina si sveglia puntuale, e non salta mai i pasti.

Avrebbe voluto che soffrissi meno. O che soffrissi meglio. O che la smettessi di procurarmele, certe sofferenze.

Avrebbe voluto che imparassi a cucinare, mentre io volevo imparare a giocare a poker.

Mi avrebbe voluta anche meno permalosa, che detto da lei, che è una permalosa doc, fa sempre sorridere.

So che, per tanti aspetti, mia madre avrebbe voluto una figlia diversa da me. Una delle ragioni per cui lo so, è che negli anni più conflittuali del nostro rapporto, quelli dell’adolescenza of course, me l’ha detto.

“Ti auguro di avere un giorno una figlia femmina, stronza come te, perché solo così capirai ciò che mi stai facendo passare”

Non è una che le manda a dire, mia madre, evidentemente.

Questo sì, che l’ho preso da lei.

Era una frase dura, per carità, sbagliata da dire a una figlia, oggettivamente, fosse pure l’adolescente più rompicoglioni dell’universo. D’altra parte, io la capisco. Mi immagino com’è stato, per lei.

Mi metto nei suoi panni: tu desideri una figlia, la metti al mondo (smezzandoti la gravidanza che, bando alle ciance, non dev’essere questa figata assurda che ci raccontano); quando scopri che è femmina sei contentissima perché in fondo, in cuor tuo, sapevi di volerla femmina. La cresci, provando a fare il meglio che puoi. Speri che venga su in un certo modo, speri che ti assomigli, che ti sia complice, che ti corrisponda, che metta a frutto tutti gli insegnamenti che le dai. E invece, quella fa il cazzo che le pare. Il contrario di quello che dici tu.

Non è dato sapere se lo faccia per indole, per reazione o per puro spirito di contraddizione, ma questo non cambia il risultato. E non mi riferisco solo al fatto che magari tu hai tutta la discografia dei Pink Floyd, ma quella ascolta Sfera Ebbasta. Mi riferisco al fatto che, come genitore, ti rendi conto che tuo figlio è diverso da te. Non incarna necessariamente i tuoi valori. Non risponde necessariamente alle tue aspettative. Non realizza necessariamente le tue speranze. Anzi.

Certo, in alternativa puoi opprimerlo con la tua personalità, subissarlo di stimoli/spunti/idee/hobby/passioni e non lasciargli lo spazio per definire la sua identità all’infuori del perimetro della tua gonnella materna. Ma forse anche questo non sarebbe tanto giusto…

Insomma, presto o tardi, in un modo o nell’altro, ti ritrovi con un figlio che ti sta sulle palle. Che a volte sembra stupido, oppure stronzo, oppure infelice nonostante tutto quello che fai per lui, oppure bugiardo (uh quanto soffrono i genitori, quando s’accorgono che il figlio può prenderli per il culo). E allora? Che fai a quel punto?

Ecco, io la capisco, mia madre. E anche se so che mi avrebbe voluta tutta diversa, sappia pure che io non la cambierei di una virgola.  E che la ringrazio di avermi amata, anche quando ho fatto di tutto per non essere amabile. Di avermi amata anche quando non mi ha capita. Di avermi amata anche quando non mi sono amata io. 

La ringrazio di amarmi oggi, per la donna che sono diventata. Irrisolta, sregolata e contorta, ma con dei pregi e delle capacità che anche lei ha contribuito a costruire. Che anche lei, finalmente, vede.

La ringrazio di essere una combattente. Una di quelle donne incredibilmente femministe che non sanno di esserlo. Quelle che il femminismo lo mettono in pratica, senza farci troppa prosopopea intorno e senza aspettarsi un applauso alla fine.

La ringrazio, soprattutto, di avermi insegnato la resilienza. Per carità, non che io sappia praticarla davvero, ma so cosa significa. Ho un modello reale, piantato nel cuore.

La ringrazio per avermi insegnato a parlare, a dire cosa non mi sta bene, a non avere peli sulla lingua. La ringrazio pure perché mi ha insegnato ad ascoltare, dimostrandomi quanto fosse importante il dialogo, spiegarsi e capirsi, quando ci si vuole bene, per continuare a volersene.

La ringrazio, perché quando ci vediamo continua a dirmi cosa le sta sul cazzo di me. E mi ascolta quando le dico cosa mi sta sul cazzo di lei. Che alla fine, amarsi standosi sul cazzo mi pare sia la grande sfida dei rapporti umani più importanti della vita.

E niente.  Auguri mami.

15 commenti Aggiungi il tuo

  1. MercuryMat ha detto:

    Goditela finché c’è…

  2. mauro - wolf into the wild ha detto:

    Le madri, normalmente, amano in modo incondizionato, nonostante siamo altro da ciò che hanno desiderato. . . E questo amore è davvero prezioso. Irrinunciabile.

  3. metalupo ha detto:

    Ho la discografia completa dei Floyd e i miei figli ascoltano sferaebbasta.
    Mia mamma un giorno di secoli fa si è presentata a casa con The Wall e After the Gold Rush di Neil Young.
    “Vedi se ti piacciono”

    Auguri Mamma.

  4. Menti Vagabonde ha detto:

    Bellissimo post, mi sono riconosciuta tantissimo in tua madre, saremo fatte tutte in serie!

  5. Camelia Nina ha detto:

    Bello bello questo articolo. Mi sono anche commossa.
    Da mamma, mi sento di dire che un figlio non to sta propriamente sulle palle, lo ami sempre e comunque.
    Quello stare sulle palle è più una forma di.piccola rabboa, esattamente come quando dici a uno “guarda li c’è una pozanghera” perché ci sei già passata ma quello niente, ci sfreccia su comunque schizzando a destra e a manca.

  6. newwhitebear ha detto:

    diciamo sei tu e non come vorrebbe tua madre ma ognuno di noi è quello che è. Punto e basta.

  7. 321Clic ha detto:

    Il mio nome viene da un disco di tale Peter Holm, cantante svedese che lo sfornò nel ’68. Il pezzo è francamente inascoltabile, ma al nome mi ci sono affezionata, non l’avrei presa altrettanto bene se m’avesse chamata Sharon, Samantha o addirittura Chanel.
    Il regalo che le ho fatto oggi, che ci siamo fatte, è stato approfittare di uno degli ormai rari periodi buoni e portarmela a Milano per qualche giorno. Non reggerà più di tre o quattro, ma sono contenta lo stesso.

  8. Spirito Libero ha detto:

    O mamma mia Vagy….stavolta hai toccato delle corde tanto sensibili, e grazie per l’emozione. Amarsi pur standosi sul cazzo: questa la incornicio e la appendo al muro. 💜

  9. Gik ha detto:

    Non so, con questo e altri post, non vedo un reale distacco dal nucleo familiare originario sinceramente. Una vera differenziazione. Un taglio del cordone ombelicale. Un atto da compiere per diventare sempre più adulti (del tutto non lo si diventa mai). C’è ancora tanta richiesta di approvazione e di attenzioni verso i tuoi genitori. Ne hai tanta di strada da fare Stella. Tantissima. Vai a fondo con i tuoi irrisolti. E staccati da mamma. Ti farà bene.

  10. La Disfunzionale ha detto:

    Mia madre ci andò molto più sul pesante, una volta, con la “frase cattiva che non si dovrebbe mai dire ad una figlia”. All’epoca ricordo di essermi offesa come un cane. Come per te con la tua, con la mia i “guai” sono cominciati quando ho smesso di fare quello che voleva lei, e finché le decisioni che prendevo (e prendo) autonomamente, rimanevano in linea col suo cervello, tutto ok. Fuori da quell’orbita non c’è proprio un cazzo da fare. Lei, ma forse ogni madre, non riesce solo a dirmi “fai come vuoi, sei grande”, no. Lei prima dice quello che dovrebbe dire e poi attacca col terrorismo psicologico, il plagio mentale (che le riesce malissimo) e alla fine attacca come un Rottweiler alle caviglie. È una immensa testa di cazzo rompicoglioni, mia madre, una di quelle creature mitologiche che leggi nei libri. Una che si è sposata giovane, è diventata madre giovane, si è fermata alla licenza media e non ha lavorato finché sua figlia non è stata abbastanza autonoma (che per lei significava 18 anni). Di rimando, sua figlia ha fatto praticamente tutto il contrario e anche di più. Facendola felice e fiera, finché non ha deciso di rimanere con lo stesso uomo per 15 anni, di conviverci e di andare a vivere lontano. Lì è scoppiata una merda che ogni tanto ancora pulsa, se la vai a punzecchiare. Ecco, questa cosa mi sta molto sulle balle, perché una madre non può puntare sul senso di colpa nei confronti della figlia tutta la vita, solo perchè il legame tra madre e figlia è incondizionato. Del tipo “è giusto che tu ti faccia la tua vita” per poi rilanciare con “ma potevi fartela non così lontana da me per seguire QUELLO” (che per lei “quello” è un uomo, ma ancora non ha capito che” quello” è stato il lavoro). Però come si fa a non voler bene a ‘ste donne che ci hanno dato (e che spesso ci tolgono) così tanto…

    1. Gik ha detto:

      Al di là dei facili buonismi, la vera emancipazione passa dal taglio del cordone ombelicale. I genitori vanno ridimensionati e ridotti al ruolo di persone normali. Non si può continuare a giustificarli se hanno commesso, mediante le loro parole taglienti, delle violenze psicologiche simili. Capisco l’ambivalenza dei rapporti verso la propria madre, capisco il debito che da figli si hanno nei confronti di chi ci ha messi al mondo, ma a un certo punto occorre scegliere di diventare davvero adulti, maturando un sano allontanamento e distacco emotivo, per non doversi continuamente giustificare nei confronti di persone che, da genitori, amano, odiano e manipolano allo stesso tempo. Capisco comunque che alcune verità debbano essere in qualche modo edulcorate, perché forse fa troppo male ammetterlo a sé stessi. Le nevrosi resistono quando rischiamo di scoprire davvero chi siamo…

      1. Gik ha detto:

        PS: La Disfunzionale, dici che una madre non può puntare sul senso di colpa nei confronti della figlia tutta la vita. No, una madre fa quello che vuole. E’ compito tuo non farti invischiare da un amore tossico. E’ amore senz’altro quello che sentiamo verso i nostri genitori. Ma è un amore endogamico e involutivo, verso il nucleo originario, che non porta a nessuna vera emancipazione. E non sto parlando in termini ideologici. Parlo di un’emancipazione che ci porta a trovare la nostra vera strada. Percorso lungo e irto di ostacoli, che affrontano in pochi. La nostra cara Stella ha iniziato un percorso di psicoterapia che mi auguro porti avanti fino in fondo. E la avviso: saranno dolori, dipenderà tutto da quanto in fondo vorrà andare. Ma se lo porta avanti con impegno, scoprirà cose di lei che neppure immaginava. In bocca al lupo!

  11. La Disfunzionale ha detto:

    Hai ragione eh. Stai parlando con due teste di cazzo (Stella mi pare che lo sia, e forse è la sua forza). Le madri possono dire o fare quello che vogliono, ma sta a noi decidere quanto peso dare alle loro azioni. Altrimenti non siamo individui, ma loro proiezioni.

  12. Francesca ha detto:

    Guarda, hai sintetizzato in modo perfetto il rapporto madde/figlia… Me lo rileggerò quando mia figlia da simpatica e dolce fanciulla si trasformerà in streghetta ed io per risponderle!! 😘 Brava, sei in gamba

Parla con Vagina, Vagina risponde

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