Per questa terza puntata di WomenTell, lascio la tastiera a Barbara Abruzzese, donna di raffinata sensibilità e umanità, oltre che mia carissima amica. Non saprei dirvi esattamente com’è nato, il nostro rapporto. So che mi leggeva, e a un certo punto ci scrivevamo, e poi ci siamo incontrate, durante uno dei suoi viaggi di lavoro a Milano. Non ci conoscevamo, ma ci siamo trovate subito. Siamo andate a cena in un ottimo fusion e abbiamo dato volto, spessore, concretezza alla persona che da mesi sentivamo virtualmente (praticamente come un blind date, ma senza l’ansia romantica o sessuale che di solito accompagnava gli appuntamenti con gli uomini). Da allora, ci siamo incontrate innumerevoli volte. Ho conosciuto il suo compagno, suo figlio, i suoi amici. Lei ha conosciuto la mia famiglia, le mie amiche e, dulcis in fundo, il mio attuale cavaliere.
Io e Barbara non apparteniamo alla stessa generazione e non viviamo nello stesso posto (sebbene condividiamo le radici pugliesi; sebbene lei abbia vissuto per oltre 10 anni a Milano e ne conosca perfettamente le glorie e le colpe). È merito suo se in questi anni ho scoperto l’importanza di avere amiche simili e amiche diverse, amiche più grandi e amiche più giovani, amiche sposate, amiche nubili, amiche madri e amiche nullipare. Amiche assortite, che mi hanno aiutata a capire che l’empatia non si fonda sulla coincidenza delle esperienze, ma su un’attitudine all’altro, una predisposizione al confronto che è un esercizio umano costante, in tutti i sensi.
A cavallo delle nostre differenze e delle nostre similitudini, io e Barbara siamo riuscite a incoraggiarci, sfogarci, consigliarci, assolverci e motivarci a più riprese. Ci siamo confessate senza vergogna, ci siamo ascoltante senza giudizio. Ci siamo comprese, intuite e criticate costruttivamente. Abbiamo offerto all’altra prospettive diverse, intuizioni originali, riflessioni agrodolci, spassose, talvolta amare. Su whatsapp, davanti a uno spritz, sul divano di casa mia o su una panchina ignota.
Barbara è una delle poche persone che si prendono la libertà di TELEFONARMI senza preavviso. Ed è una delle poche persone a cui rispondo, qualunque cosa stia facendo. Ha un animo delicato e sanguigno, un cervello vivace e fecondo, un atteggiamento ironico, sincero e aperto nei confronti delle persone e della vita, delle sue sorprese e delle sue contraddizioni. Non mi resta che lasciare a lei la parola, affinché vi racconti cosa sta combinando, qual è il suo progetto per le donne, proprio in quella Puglia che entrambe amiamo. Buona lettura!
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Sono Nata Ogni Anno a Primavera
Sono a bordocampo, in ritardo con la consegna di questo contributo, che Stella mi ha proposto per il ciclo #WomenTell, e approfitto di un torneo di mio figlio, 9 anni e scuola calcio 3 volte a settimana, per scrivere.
Oggi ho fatto anche altre mille cose diverse tra loro. Idem ieri.
Sono multitasking, come la maggior parte di voi, e come la maggior parte delle donne che conosco.
Il mondo è pieno di donne meravigliose. Continuo a incontrarne da quando ho iniziato a lavorare al mio progetto. E ognuna di loro ha la sua peculiarità.
E non c’è gelosia, rancore, odio.
Anzi spesso ci si aiuta, si condividono informazioni, competenze, ci si sostiene.
Sono felice della ritrovata Sorellanza.
(A onor del vero sto conoscendo anche uomini etero dalla sensibilità fine e mi stupisco e penso a come sarebbe bello il mondo se…ma è un altro discorso).
Il percorso verso la consapevolezza femminile (non lo chiamo empowerment perché contiene dentro la parola potere e la parola potere ha una connotazione ancora troppo negativa per come la vedo io), è cominciato circa due anni fa, con me che vado da una nutrizionista. Che mi consiglia una terapista e una maestra di yoga. E io che dico si e si.
È stato un percorso lungo il giusto, non facile da affrontare, ma fortemente voluto.
Sono andata avanti anche quando non vedevo né la strada né la fine, ho creduto in quello che facevo e ho pensato che questo attacco “multidisciplinare” al cuore del sistema, prima o poi avrebbe dato i suoi frutti.
A un certo punto ho smesso di piangere. Poi ho smesso di sentirmi una bambina ferita e mi sono presa cura personalmente della piccola. Poi la terapista ha detto che potevo andare avanti da sola perché ne ero in grado. Poi ho smesso di aspettarmi qualcosa dagli altri e ho cominciato a darmi io quello che prima cercavo fuori. Poi ho imparato a distinguere tra quello che dice il corpo, quello che dice la testa e quello che dice il cuore. Poi ho avuto l’illuminazione. E stavolta ero preparata ad accoglierla.
È arrivata mentre parlavo con il mio amico Giorgio. Gli dicevo per l’ennesima volta di quanto mi sarebbe piaciuto avere un progetto che mi appassionasse, ma che non lo trovavo. Lui mi ha raccontato di una persona che faceva corsi, a Milano, per donne che intendessero valorizzare il proprio charme.
E lì è arrivata l’idea, o, per esser precisi, è arrivata l’eccitazione sottopelle, indotta dall’idea di poter organizzare un percorso di consapevolezza femminile, qui, nel profondo e solare e oscuro sud, coinvolgendo alcune delle donne che mi hanno aiutata e proponendo un approccio “multidisciplinare” come quello che ha funzionato per me.
Ho deciso di organizzare questo primo di un ciclo di seminari sulla consapevolezza femminile, perché ho pensato che a volte siamo belle addormentate nel bosco ma ho capito che non sarà il bacio del principe a svegliarci.
Perché ho conosciuto donne bellissime con gli occhi tristi, e invece quando diventi consapevole di ciò che sei e di ciò che siamo insieme, quella tristezza scompare. Perché una volta che ti risvegli, che “rinasci”, non vuoi più tornare indietro, anzi ti sembra di esser stata ferma anche troppo.
Ho pensato a come strutturarlo e ho parlato con le altre. Ci siamo promesse, al primo incontro, reciproco sostegno e che ci avremmo messo impegno, competenze, ma pure il cuore. Perché siamo tutte d’accordo sul fatto che, senza cuore, non ci interessa fare il viaggio.
Il seminario si chiama “Sono nata ogni anno a primavera”, titolo che è una leggera variante di un celebre verso di Alda Merini, a noi suonato subito musicale e potente nel suo significato.
È strutturato in quattro moduli:
Nel primo si parlerà della mente e dei meccanismi che innesca, e si affronterà il tema della dipendenza emotiva e di come questa abbia uno stretto rapporto con l’autostima.
Il secondo modulo riguarderà il corpo e quello che ci vuole comunicare a cominciare dal respiro, atto indispensabile alla vita e pure primo “sintomo” delle emozioni.
Il terzo modulo è un discorso intorno all’energia e un tentativo scientifico di capire se è possibile distinguere l’energia femminile da quella maschile.
Sempre dedicato al corpo e alle sue reticenze, è l’ultimo modulo, tenuto da una delle migliori performer burlesque d’Italia, che è anche attrice, registra e produttrice, e che si è fidata istintivamente di 4 sconosciute. Ci mostrerà, con ironia e leggerezza, come gratificare il corpo ed esserne fiere, a prescindere dalla forma e dalle mode.
“Sono nata ogni anno a primavera” si terrà il 9 giugno, presso la Masseria Pezza di Salice Salentino, in provincia di Lecce, dalle 9.30 alle 18.30 (qui per tutte le informazioni). Manca poco, è un primo incontro, è un progetto che prende forma, è la storia di una amicizia, anzi è la storia di tante amicizie, inclusa Stella che mi ospita qui e che è stata per me, dalla prima volta che ci siamo parlate, comprensione, confronto, stimolo e sprone.
Nessuna di noi sta pensando a quante saranno le partecipanti o se riusciremo almeno a coprire i costi. Siamo concentrate sull’obiettivo, e il nostro obiettivo è che, sia per noi organizzatrici che per le partecipanti, possa essere una giornata di apprendimento, di scambio, di energia, di gioia. Una giornata che segni una traccia.
L’ augurio, che faccio a tutti, è quello di iniziare o continuare un percorso di consapevolezza, perché non finisce mai ma spinge a essere migliori, porta alla libertà, alla tolleranza, al rispetto e probabilmente anche ad azzerare il debito, a salvare il pianeta, a sconfiggere la povertà e a trovare un accordo definitivo per la pace nel mondo.
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Il progetto di Barbara è meraviglioso..sarebbe bello ci fosse anche a Milano